I TESTI

Ogni traccia un capitolo di vita. Forza di vivere. Fragilità di vivere. Nella mia testa, il bambino diventa ragazzo poi uomo e poi rifà il suo giro. Passato, presente, futuro. Sequenze emotive. Talvolta foto struggenti introverse e acustiche, di cifra poetica in scrittura del testo, altre volte scariche d’energia elettrica di quel che chiamiamo rock d’autore, ormai da tanti anni cifra mia, dove hai bisogno di parole che suonano e reggono ritmiche. Inizio, sviluppo, compimento d’esistenza. Artistica e di vita. Perché sono io stesso quel che scrivo suono e canto. Ho da tanto tempo gran distacco sonoro e ancor più di prassi e valori rispetto a quel che gira intorno. Nelle sue molteplici forme e pure in ciò che è chiamata visibilità e comunicazione. Certo non amo granché quel che gira intorno. Vero che, spesso, la mediocrità identificante è salvifica. Poi, ovvio che ciò che è banale e talvolta un po’ infame prescinde da ogni suo successo. So ben poco di ciò che accade in televisioni, radio commerciali, social e altro di prossimo. Faccio pure il mio più possibile per non giudicare. Mi importa poco di certa fama, pure sperimentata, se essa non è rapportata ai talenti di un uomo. E’ discorso d’esistenza. Credo anche probabile che questo sia l’ultimo album della storia mia. Detto con un sorriso e per ragioni che un uomo “vero” non racconta al mondo e al suo circo mediatico. Ma chissà, forse capiterà che un giorno dica di come sto’. Grazie a Dio, conservo una sorta di esistenza laterale innamorata della vita. Del sorriso, del pianto o del sogno come del sudore o del lavoro che la accompagna. Ho da render conto con le parole, con la musica e con la mia voce ad un frammento di popolo che mi cerca e che trova dentro a quel che faccio un modo simile al suo di stare al mondo. Tradurlo, suonarlo, cantarlo e magari talvolta sublimarlo è mestiere mio. Forte e fragile. Ho da render conto a chi mi è davvero vicino. E ho da render conto a valori in cui credo. E ho da render conto alla mia anima o a ciò che ne è equivalente. Tutto il resto per me conta poco.

Un bambino, un ragazzo e un uomo. Il suo diario di vita. Che si traduce in canzoni scarne e dense dove essenziale è quasi solo la voce o lo sono le parole e il racconto. Oppure immaginate la faccia tosta di una sorta d’assalto a un pezzo di cielo con armi forti e con voce fiera. Fragilità. Forza. Legami non perdibili. Orgoglio. Legami umani. Terra madre. Valori esistenziali. Amore, naturalmente sempre e in ogni declinazione . Rabbia. Spiritualità. Ritorno struggente a un passato. Desiderio di scrivere il domani. Sogni nel vento. Consapevolezza. Santa solitudine. Dialoghi. Frammenti d’esistenza. Voglia di vivere. Libertà e coraggio come fari della vita mia. Ci fu chi tanto tempo fa tempo disse che questi due termini messi insieme sono il vero segreto di una felicità. Libertà e coraggio. In testa e in anima. Non serve neanche aggiungere altro.

IL MIO FIUME

Mio nonno paterno era una figura molto centrale nella mia infanzia e nella mia adolescenza. Nato a fine ‘800, giovane soldato valoroso e decorato sul Piave, poi pescatore, operaio, padre di 4 figli, appassionato lettore, da autodidatta, di classici della letteratura. Lo immagino ancora oggi camminare vicino a me, lento nella sua vecchiaia consumata fino alle ultime gocce, un piccolo sigaro toscano che ogni tanto compare, la riva del mare che si mescola con la foce del Piave. I suoi silenzi quando gli chiedevo della sua guerra di ragazzo, i suoi sorrisi quando parlava della nonna e dei figli, tra cui ovviamente mio padre, la sua intatta chiarezza stanca quando toccava con le parole i luoghi della vita dove il destino lo aveva fatto lavorare ogni giorno da mattina a sera. I suoi ideali intoccabili. Il legame indissolubile con la sua e dunque con la mia terra. Che era dentro di lui. E della quale conosceva ogni respiro, ogni luce, ogni ombra, ogni parola.

C’è un fiume che scorre dov’è casa mia
Che poi bacia il mare veloce vedrai
Quand’ero bambino andavo lì sulla riva
Ora un po’ ti racconto se mi ascolterai
Un vecchio un po’ strano era il mio amico migliore
Ma di mio nonno alla fine gran cose non so’
Lui mi diceva lo vedi quel bosco vicino
Lì ho sparato al nemico ma mai racconterò
Ed anche un giorno mi disse so’ che hai musica in cuore
Prendilo come un regalo che ti ha fatto il buon Dio
Magari scrivere canti sarà il tuo mestiere
Capirai lungo il viaggio quale destino è il tuo
Ma ora ho da dirti una cosa importante
Che io spero in mente tu ben fisserai
Ti vedo figlio del mondo e andrai spesso distante
Ma qui c’è la terra tua non scordartelo mai

Disse : ogni cosa tu sei ogni cosa sarai
Questa terra sul fiume fino al mare da noi
Ogni cosa tu sei ogni cosa sarai
Qui c’è la terra tua non scordartelo mai

Lui lasciò questo mondo in un giorno d’estate
Come chi non ha il fiato per restare qua
E lo fece vi giuro un po’ sorridendo
Me lo ricordo bene che io stesso ero là
Era più o meno un anno dall’ultima volta
Passata insieme noi due sulla riva del fiume
E lui mi aveva parlato come chi apre una porta
E quello che ha in testa lo vuol dire bene
“Ho combattuto in quel bosco e fui forse il più audace
Ma più sacro del Piave è sacra la pace
Poi l’ideale di un uomo io l’ho fatto mio
Giacomo Matteotti questo era il nome suo
E ho tirato su figli e amato una donna sola
Lavorando da mulo dall’alba alla sera
Ho anche girato il mondo e un po’ questo lo sai
Ma qui c’è la terra mia non lo scordavo mai”

Che ogni cosa tu sei ogni cosa sarai
Questa terra sul fiume fino al mare da noi
Ogni cosa tu sei ogni cosa sarai
Questa è la terra tua non scordartelo mai

Ti dirò che anche adesso dopo tanta mia vita
Ed aver visto paesi e forse mille città
Specie verso il tramonto quand’è primavera
Finisce che a volte io ritorno là
E mi siedo in silenzio sulla riva del fiume
Come se fosse un segreto che ancora abbiamo io e lui
E poi chiudo gli occhi per sentir la sua voce
Che mi dice bambin non scordartelo mai

Che ogni cosa tu sei ogni cosa sarai
Questa terra sul fiume fino al mare da noi
Ogni cosa tu sei ogni cosa sarai
Questa è la terra tua non scordarlo mai
Ogni cosa tu sei ogni cosa sarai
Questa terra sul fiume fino al mare da noi
Ogni cosa tu sei ogni cosa sarai
Questa è la terra tua non scordartelo mai

IL SOGNO

La vita e il destino mi fecero, fin da ragazzo, un grande regalo. E’ questa cosa di non soffrire per quella che chiamano solitudine. Anzi, spesso di cercarla e di abbracciarla. Ero un ragazzo solitario, spesso in pesante conflitto col mondo intorno che non amavo e che non sentivo mio. E il mio sogno, nella sua accezione nobile alla luce di un sole e dunque non nel rifugio di chi non ha le armi e la forza per crederci, era quanto di più grande e concreto potessi cercare e immaginare. Era il sogno di realizzazione della mia vita e delle sue aspirazioni. Era pure quello di riuscire a trasformare passione e magari talenti in un mestiere di cui vivere. Era la bellezza. Era l’intensità emotiva. Era essere in piedi lungo la strada che a poco a poco prendeva la sua forma e che doveva collimare coi miei desideri. Coi miei valori. Anche con le mie ambizioni. Non era sogno migliore o più grande di altri. Ma era il mio. E nessuno avrebbe potuto spezzarlo perché io lo avrei inseguito per sempre. E lo avrei difeso. Coi denti. Con la testa. Con l’anima.

Io da ragazzo ero un solitario che guardava il mondo assai da lontano
Il mio rifugio era santa solitudine e il suono del silenzio che mi toccava piano
Giuro facevo tutto il mio possibile nel nome di quel che chiameresti amore
Credendo in ciò che per me era nobile e avere dei nemici mi dava più sapore

Sai cercavo il mio sogno senza fermarmi mai
In ogni giorno della vita mia
Sai cercavo il mio sogno e lo stringevo in mano
Finché un alito di vento lo portava via
Dicevo venderò cara la mia pelle
Fin quando il mondo non mi ascolterà
Finché il mio sogno volerà su nel cielo
Come campane di libertà

Mio padre e mia madre avevano facce buone figlie di provincia italiana in riva al mare
Quando pane lavoro e una bella casa erano tutto quello che dovevi avere
E i miei amici con mani in pezzi su strumenti dicevan Massi che facciamo qua
Che il rock n roll è una poesia di strada mica la storia di perdenti nei bar

Sai cercavo il mio sogno senza fermarmi mai
In ogni giorno della vita mia
Sai cercavo il mio sogno e lo stringevo in mano
Finché un alito di vento lo portava via
Dicevo venderò cara la mia pelle
Fin quando il mondo non mi ascolterà
Finché il sogno volerà su nel cielo come campane di libertà

Così la vita è poi corsa veloce e ognuno in fondo dà il meglio che ha
Confesso  il fiato che ho ancora in gola come fossi un alpino sui monti o un bimbo che corre a scuola
Forse la musica è finita dolce amico mio fottuta dal tempo dell’idiocrazia
Resta che mi dà voglia di vivere di salvare un pezzo dell’anima mia
Scrivo i miei passi da che ero bambino piango sorrido e mi rialzo da solo
A volte inciampo sulle mie parole e sento il sangue scorrere nelle vene
Clamante è la mia voce nel deserto ancora in cerca di santa follia
Poi se ti chiedi dove son disperso rispondo in cerca della casa mia

Sai cercavo il mio sogno senza fermarmi mai
In ogni giorno della vita mia
Sai cercavo il mio sogno e lo stringevo in mano
Finché un alito di vento lo portava via
Dicevo venderò cara la mia pelle
Fin quando il mondo non mi ascolterà
Finché il mio sogno volerà su nel cielo come campane di libertà
Dicevo venderò cara la mia pelle
Fin quando il mondo non mi ascolterà
Finché il mio sogno volerà su nel cielo come campane di libertà

IL MARE

Scrivere canzoni d’amore, intendo quelle propriamente dette, non è mai stato il mio tratto caratteristico o migliore. Ne avevo scritto ed inciso un paio di nuove diciamo con queste caratteristiche anche per questo nuovo album. Ma poi mi rendevo conto che ciò che timbrava in maniera per me ottimale questo diario di vita esisteva già ormai da qualche anno. Dunque ho deciso di rimetterci mano e voce. Volevo lo struggimento del ricordo. Volevo la riva del mio mare. Volevo gli occhi e la voce che mi suonava dentro di chi ho tanto amato da ragazzo. Ma volevo anche l’idea di nuovo amore da cercare per chiudere giusto con quel tipo di parole ogni inciso della canzone. Volevo vita che continua. Nuovo giorno che ricomincia. Che ovviamente non ti fa dimenticare quel che hai vissuto e che certo pure non lenisce, in caso, pene del tempo d’amor perduto. Fa parte del gioco di ogni esistenza. Giusto? Ma fa parte del gioco anche andare avanti e cercare nuova strada. Serve per costruire e per trovare nuovo amore.

Mi ricordo che ero un ragazzino, in un posto da dove puoi solo andar via
Dove la gente ha segnato un destino, sulla porta di casa sua
Io e Chiara avevamo una storia d’amore, la più dolce della mia città
La domenica andavamo giù al mare, per comprarci la felicità

Chiudi gli occhi se puoi, chiudi gli occhi e chissà
Per un sogno che muore, un sogno nascerà
Chiudi gli occhi se puoi, chiudi gli occhi e chissà
Per amore che muore, amore nascerà

E il tempo che diventai un uomo, che va dietro alla santa follia
Con le macchine di seconda mano e un lavoro qualunque poi sia
Mi ricordo il suo bacio più grande, quando disse “vorrei fare un bambino”
Poi una sera mi disse “addio amore, chissà se un giorno noi ci rivedremo”

Chiudi gli occhi se puoi, chiudi gli occhi e chissà
Per un sogno che muore, un sogno nascerà
Chiudi gli occhi se puoi, chiudi gli occhi e chissà
Per amore che muore, amore nascerà

Lo sa Dio quante volte poi sono caduto, quanti pezzi ho perduto della vita mia
Lo sa Giuda quanti hanno tradito, conta niente “sia quello che sia”
E quelli più fragili son su in Paradiso, dove forse hanno tempo migliore
E Chiara ha cresciuto suo figlio, con pianti, sorrisi e sudore
Ma ti giuro che ancora in certe notti d’estate, che la luna si prende il suo volo
Mi prendo il ricordo che ancora rimane e guido veloce da solo
Sulle rive del fronte orientale, guardo il mare che parla col cielo
Ma il mare di Chiara è amore perduto, il mare adesso è il mio mare nero

Chiudi gli occhi se puoi, chiudi gli occhi e chissà
Per un sogno che muore, un sogno nascerà
Chiudi gli occhi se puoi, chiudi gli occhi e chissà
Per amore che muore, amore nascerà
Tu chiudi gli occhi se puoi, chiudi gli occhi e chissà
Per un sogno che muore, un sogno nascerà
Chiudi gli occhi se puoi, chiudi gli occhi e chissà
Per amore che muore, amore nascerà

VINCERE
FINO ALLA FINE
IL SUONO
AMICO PER SEMPRE
CANTICO
BUONGIORNO ANIMA
IL MIGLIORE DEI MONDI POSSIBILI
PROSSIMA VITA
RITRATTO
IL MIO NOME E’ PACE (BONUS TRCK)
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