Ciao carissimi,
dunque nel prossimo autunno uscirà “Diario di vita”, il nuovo album di inediti. Aspettatevi un viaggio d’esistenza fatto di energia condivisa ma anche di introspezione. Capitoli estremizzati nel suono e nel linguaggio. Assalto al cielo con una band oppure considerazioni spesso solitarie davanti a un’alba o a un tramonto. Per usare una metafora.
Mi dicono in tanti che senso ha oggi uscire, travolti come siamo dalla musica liquida, anche in fisico. Intendo in cd e vinile come sarà. Certo che ha ancora senso. E non solo per ragioni di età se volete. Neanche la mia macchina ha più il lettore cd (metterci un giradischi la vedo un po’ dura). E allora? Certo che la parte liquida sarà ben curata. Ma questo non toglie che abbiamo bisogno di toccare con mano. Di vedere. Di sentire. Di leggere in caso. E che abbiamo anche bisogno di approfondire e di raccontare. Questo sarà fatto al massimo. Con scritti e con podcast per esempio. Con l’aiuto e il supporto di chi mi è vicino prima di tutto. So bene che vi sembrerà un titolo d’album parecchio librario, ma non ho trovato niente che potesse spiegare meglio quello che viene tradotto in musica e parole. In generale, non certo solo nella musica, amo ben poco quel che ci gira intorno. Non è neppure tanto un discorso artistico quanto questione di vuoto da cui siamo circondati. Ma mi ripeto. E allora? È una buona ragione per alzare le mani? Mi sono autocondannato, lo sapete bene, ormai tanti anni fa. “Nessuna resa mai” diceva il giovane rocker. Il tipo si è arreso? Non credo proprio. Certo, ha molto bisogno dell’aiuto migliore. “With a little help from my friends”, vi dice niente? Dai, su le maniche che c’è ancora un bel po’ di strada da fare insieme. Saprete tutto. Pezzo per pezzo. Giorno per giorno.
L’abbraccio più grande,
Massimo
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